Innocente

Ero innocente
negli sguardi che parlavo
con la bocca distesa sulla curva del gomito
e gli occhi a fior di pelle.
Una verticale di carne
dai tuoi inguini al cielo
ero innocente, tra capezzoli e orgasmi
lo ero sul colore della lingua delle labbra
del cuore che si toccava perchè tu non bastavi.
Ero innocente
anche giacendo nel brago di parole scarlatte
insalivavo le lenzuola più pure
per tenerti -denso- a me.
Innocente io
di una passione che si percuote il petto
puttana di unghie rosse
e beve cenere, come fosse latte.

Quando riesci a non piangere più?

Riesci a non piangere più
non quando finiscono le lacrime
credo invece se chiudi i desideri
in una bottiglia di plastica
la plastica non traspira non traluce
e i desideri, che sono organi involontari
si dissolvono.
Quando gli angeli ti cadono negli occhi
e con le piume cuciono le ciglia
come puoi piangere, come
quando inghiotti nello stomaco
ciò che delle ali fa volare
la parte di cuore che non saresti voluta diventare.
Riesci a non piangere più
quando le ombre le guardi in carne e ossa
quando petalo dopo petalo
spelli ciò che era importante
un m’ama…non-m’ama
e il tuo corpo pesa
quanto una radiografia.

Fogl’Anima

La terra natale
la porta delle fate
il respiro di chi passa
il cielo, come cambia
la tosse del vento
la brina sulla luna
il muschio, l’amore.
Smangiate e scure in viso
state in un angolo di vita
un sasso una radice, poi nel silenzio
una scia vi scintilla in aria.
Quanto mistero nelle pagine che non voltate
mentre volate di schiena
lasciando cadere il fiocco della fine.

La libertà

Sono una regina
con una scarpa e una ciabatta
ho i piedi in due staffe di cavalli zoppi
che fanno la spola tra il divano e la reggia

innaffio i fiori che albeggiano tra le ciglia
a lacrime di acqua dolce
ho pelle per murarmi viva
nella libertà.

Vado a farmi una pizza.

Acquerello di pensieri

Tra un bicchiere di vino
e lo zucchero a velo
scivolo sulle labbra del tuo sguardo
-appena accennata la voglia-.
A passi intimi e misurati
mi racconti il deserto, come sfuma nel mare
ed è in questo acquerello di pensieri
che si fa incerta, sotto ai piedi, la materia
e le cose tutte attorno.
Avremmo già trovato il coraggio di un bacio
se solo la luna si fosse nascosta
ma la pioggia non tocca ancora mezzanotte
e allora, dai! Tra un minuto
all’angolo tra il sorriso e la bocca…

Pazza di te

DentroFuori le coperte
DentroFuoriMe
rimanere senza parole per pronunciare il respiro
SopraSotto le nuvole
a cercare un vento liquido
che indichi una stella e cose via via più grandiose
tipo… un dito di orizzonte sotto l’iperbole della mia schiena
tipo… nella cruna di un ago trovare il pagliaio
e un cammello che se lo sta mangiando.

Povera di niente

Uno sfrido di vento
quel passo di passaggio
tra l’arrivo e la partenza
una roccia profonda nel torrente
che la sfiori ma non ci attracchi.
Nei frattali degli occhi
si decuplica il pasto della delusione
le tue ricette con poco sapore
e un servizio di piatti senza smalto.

Saremmo potuti vivere della mia sola bocca
denti per la luce
labbra come un letto
gola per i peccati.

Ma si sa, io sono materiale di risulta
e mai il risultato.

Esse-re

 

Smaglio la pelle
trapasso al tuo respiro
slabbro le labbra
per farti bagnare nel mio tetano
stessa sostanza del filo spinato che scrive sulle lacrime.
Nella spina dorsale hai martellato un ramo secco
sparsa terra sterile intorno
ma dall’isola che volevi ritagliare
sbafo in mille colori
e ti crepa la pietra rossa
per gli smerli dei miei petali
e ti crepita la schiena
sotto il peso del mio arcobaleno.

La bugia

Nella casa che non sapevo di avere
nelle stanze che non sapevo di avere
gettai una luce
nel camino che non sapevo di avere
gettai il fuoco
scorze di mandarini per iniziare l’aria di rituali.
Nessuno batteva la porta di legno
che marciva di ore mai spalancate.
Coccodrilli -da quale fossato?-
mi raccontavano il buono
delle stagioni che non sapevo esistessero
che ogni crosta è brutta
ma è vita per il pane
è vita per il sangue.
Alla prima briciola di vento mangiai la libertà
la bugia bussò
e non seppe mai la verità.

In mano la tua foto

Veglio
scricchiolii di vento
tra alberi senza futuro.
Il ghiaccio scalda lo sguardo
aspetto un inganno che salti sul letto.
Combatto le ossa e il loro midollo
che mi fa domande fino nel sangue
la mia casa è di foto che ti ritraggono
mai con la perfezione che conosco in te.
Bussano alla porta
non avere paura, sono le stelle guardiane del tempo
che ora si accorcia
e sono da te.