In me

inme

Immagino un tempo
distante quanto un’illusione
in cui le dita di un bimbo
inciampino sulle pagine della
nostra storia.
Un giocare alla campana tra
versi dipinti di incertezze
angoli smangiucchiati dalle nostre labbra
fogli bianchi con cui affrescare il futuro.

In questo attimo che è ormai domani
sento le dita di un bimbo
correre a squarciagola
in me.

Sto pensando a te

pensando

E’ sempre questa l’ora.
Quando il cielo si abbassa
spumoso
come neve di carbone
mi spoglio del vestito
di una vita appesa,
mentre i brividi
attendono di essere saziati
dall’abito buono
che mi strappi ogni volta.
Feticista dei miei sentimenti.

Vasco mi suggerisce che
‘sto pensando a te’
e così le mie gambe
docili
si lasciano plasmare
da una pioggia di piccole luci.
In religiosa fila
per un finale eretico.
Schiantati in me.

Ambizione

estasi

Gocciola il destino
sul contorno del mio cuore,
si incastra nell’insenatura
come fosse un tassello di puzzle
ritagliato dagli Dei.
Del coincidere nei lembi
non guardo la cicatrice ma
solo l’anelito ad essere unica pelle.

Amen

amen

Labbra ricurve
incollano dita
agli spigoli di un fazzoletto di carta.
Il naso a sbatterci contro
non per conforto
perché la vecchiaia cala il sipario sugli occhi.
Annuso ricordi
in voci e profumi.
Campane e zucchero a velo.
Domeniche e cartocci di paste
tra una briscola ed un tressette.
Spegnere risate nel posacenere.
Gettare acqua sul pensiero che la vita brucia.
Mi avvolge la realtà
e sono marionetta vestita dalle Parche.
Finché Atropo non sussurrerà
così sia.