Canto Sesto – Indefinitamente

Schegge di pensiero
su mari di ghiaccio traversati
ad occhi chiusi.
Senza più lacrime
ricomincio da me
spezzo l’incanto d’inverno
con aliti d’anima.
Mi stai indefinitamente
nel cuore e negli occhi
come melodia da inventare.

Canto Quinto – Il sospiro che ti regalo

In balia dei venti
se ne sta il sospiro, verso
la ricerca della luce.
Racchiude
tutta l’anima che ho,
mettici un dito per fare
del folle amore un fiocco.
Solo un attimo d’amore
imprigionato
nel silenzio di cristallo
fugge e s’acquieta
in grembo ad un tramonto di rose rosse.
Acuto dolore
mettere in fila cifre
che mi condurranno all’amplesso d’amore.
Scintilla di temporale,
goccia a goccia
i nostri corpi confluiscono
in una coltre d’amore
siamo marea di luce
che distoglie i sensi
dal presente che ci fugge di mano.
Fulcro di passione
il talamo, cesellato
da un raggio di luna.
Aspetterò
il rigurgito del passato
per bere e lavar via
la sete d’amore.
Miele dorato
è cangiante in quei due
ruscelli di sole,
sorgente e foce sul tuo viso
quiescente sul mio.
Scende come neve
un amorevole silenzio
rischiarato da candela
traslucida come zucchero filato.
Impastiamo i discorsi
di fantasia e ricordi
nell’alcova delle muse.
In aria
petali e favole negati
narrano di carne e spirito.
La piscina
in cui sei obbligato a tuffarti
può attendere.

Canto Quarto – Nella vasca

Ultrasuoni d’amore
ancora una volta
gocciolano nelle orecchie.
E canto l’amore
come sirena,
brividi di squame
si sparpagliano
fino al confluire delle gambe.
Solo per una notte
riempio la vasca
di baci a fior di pelle,
di sospiri d’amore
che soffiano schiuma.
Un palmo di cielo
dipinge il soffitto, immaginato amore
da mangiare
in una coppa di frutti rossi,
sei cuore di marzapane
sbriciolato sulla voglia di fragola.
L’istante del piacere
reso inquieto da un riverbero asprigno.
Apoteosi
come lava che urla lapilli
è ripercorrere con i sensi
il piacere dentro noi.
Origami d’amore
volano a pelo d’acqua
per ritrovarsi come
amanti nella luna
improvvisata di bruma.
Mi ricordo di noi come
la cruna e l’ago, unici
nel tessere accesi paradisi
con un semplice bacio.
I respiri della notte
mettono a tacere il silenzio
dell’acqua in cui mi inarco,
bizzosa crisalide.
Labbra di velluto
sole emergono
un alito di zefiro
è inconsistenza d’ali che le sfiora.
Mentre piove il rubinetto
dimmi cos’è questo diluire
di tempo nelle ossa.

Canto Terzo – L’alba dell’addio

Stilla d’infinito eravamo ieri,
raminga nella gola della notte.
Incredibile emozione
orgasmo sin nell’anima.
Mi ingoia la nebbia
amica degli amanti,
se mi ami, destati!
Respirami nell’alba.
Per magia d’un incanto
i piedi, infangati dal peccato
mi conducono lontano dal cuore mio.
Posso rinnegare la voce che scrive
ti amo,
l’iperbole del cuore
che dall’asfalto tracima in
una lettera d’amore;
ma fino a quando?
Perdutamente
è l’avverbio che più fa paura.
Riflessi di mare
sedimentano nei tuoi occhi chiusi.
Ricordati di me
il mio lascito sulle palpebre tue.
E respiro di te
naufraga sull’isola dei ricordi.
Fragranza di respiri
all’improvviso
m’acquietano il tremore sulle spalle.
Non ho paura d’amarti ancora.
Scende il silenzio, è amore
che fa sprofondare l’inquietudine
nel rapido oblio.
Dimmelo ancora
nel sogno d’un ricordo,
l’ebbrezza di sillabe
è un palloncino.
E tocco il cielo con un dito.
Brilla di più questa notte promessa
l’attraverserò con amore e coraggio.

Canto Secondo – Il peccato

Ho cancellato
l’ultima nuvola
gravida d’incertezza.
Ridimmelo ancora,
dimmi che non abbraccerai altre stelle
e che saremo
sposi dell’aurora,
pittori di passi d’amore
a sfregiare di luce la notte.
Sorprendimi, cavalca questa luna impertinente.
Esplode il cielo
in fuochi di risa e complicità
la voglia d’amare
è un nodo d’amore,
è promessa sulla corteccia.
Il suono dei ricordi
abbandona le corde
dell’amarsi, solo del presente
vibra l’arpa.
Aspettando l’alba
sfugge alle labbra una goccia di gioia
Nel fragore del silenzio
dirci ‘Arrivederci amore’
è un sussulto vermiglio di gote.
Infiniti noi
mi lascio alle spalle,
diamanti tra ali di cielo
si liquefano in perle di luce.
Tra boschi di stelle
ancora faremo l’amore
il blu della notte
sarà capriccio d’amore
a sporcarmi fra le tue braccia.
Crepitano i rami,
sentinelle dei tuoi passi.
E sei…qui.
Raccontami di te.

Canto Primo – L’assenza

Eclisse di cuore
sull’imbrunire di giugno,
cuore di cristallo
che attraversa la plumbea tela.
Minuscolo, impenetrabile, senza meta apparente
è coccinella di alabastro.
Spoglio d’un sole stanco
l’orizzonte è lambito da spuma d’anima
che monta e svanisce in mille dimensioni
come il mio bisogno d’amore.
Baci inventati
si imprimono sulle onde
disarcionati alla prima brezza.
Petali sfogliati
su corolle solo immaginate.
Guarderò avanti
finché vita
tirerà i fili dell’innamorarsi.
Nuvole negli occhi
sormontano
i ricordi di una notte
mai appartenuta al Tempo.
Dammi la mano
incrina questo guscio di assenza,
d’azzurro e d’incanto
è vestita l’irrealtà.
Amorevole silenzio
ascolto, nel cercarti
tra le dita sapide
di una lacrima di luce.
Splendido tormento
l’idea di noi, semplicemente
schiarirà tra le pagine dell’Incompiuto.
Il sole c’illumina d’immenso
ma solo in sogno, condiviso
tempia a tempia
in quel dolce sentire.
E’ sera, non so da quanti giorni ormai.
Brucia la necessità
di riprendere il cammino
lungo la mia pelle di rosa.