Il raccolto

Ci siamo raccolti
sotto mille intemperie
come gatti
che hanno smesso la conta di cicatrici
se più sul pelo o cuore.
Ogni volta, però più l’ultima
il respiro è stato un filo
su cui stendere la solitudine
-uno straccio segreto-
che lavi e mai smaglia.

Ci siamo raccolti una pezzo alla volta
sgrovigliati dalle lacrime
menati di urla
sbocciati occhi negli occhi.

E nel transito
di quando mi fai Amore
è bello saltellare
da un pianeta all’altro.

C’è chi mi vede

C’è chi mi vede con perle gialle e soffici ai lobi
c’è chi mi vede correre
lungo la navata delle ore, una falcata
stretta attorno a un fascio di mimose.
C’è chi mi vede a mia immagine e dissomiglianza
quando mi diverto a dissacrare le regole del gioco
c’è chi mi vede perché davvero gli sto davanti
e mi dipinge il sorriso di seta e di rosso.
C’è chi mi vede come una Dea
armata ma di buone intenzioni.

C’è chi non mi vede.

Non pago a vanvera l’usciere
se l’ospite non vale la pena.

Lasciati

Lascia che a spogliarmi sia
la stanchezza delle asole
lasciati meravigliare
come io fossi il fiore che cerchi
alla fine del libro di botanica
però con le pagine che terminano un passo prima

lasciati ingolosire dal sapere
e procedi le dita
a sbottonare petali.

Di me

Saprai di me
quando scivolerai gli occhi
le braccia e te
in abbraccio alle mie gambe
per annusare le ginocchia
che sudano ogni corsa
voltata a questo giorno di carne nella carne.

Di me saprai
quando scenderai a compromesso
coi miei brividi e accetterai
la cura nelle loro lacrime.

Un respiro in caldo

Annuso ricordi
tra le parole che non ci sei
campane e cartocci di paste
domeniche di briscole e tressette.

Spegnere risate nel posacenere.

Gettare acqua sul pensiero che la vita bruci.

La realtà mi avvolge
curvo la mano sul bastone.
Ho ancora un respiro in caldo
da far mangiare al cuore.

Chiaroscuro cuore

Non c’è luna stanotte
neppure la vedi se scansi le nuvole
perché è sotto al petto del cielo
e a tempo di un’altalena mi fa respirare
il gusto di uno spicchio di arancio
il profumo di spighe sulla sua falce.
Non c’è luna
stanotte il tempo detta che tu sia lontano
e per quei grammi di minuti in cui ci carezzammo
tutto diventa pegno, come avere una moneta buia sotto la lingua
scoprire che pure le lacrime hanno il sangue.

Vedere la luna in qualche mattina
mi fa ricordare che noi siamo possibili
e sappiamo stondare i chiaroscuri
in un cuore.
Sia fatta la sua involontarietà.

La saggezza del sale

Si, lo amo
di quanto amore io sia capace
e dove sono incapace lascio sia lui ad amarmi
di quell’amore di cui è capace, e dove lui sia incapace
lascia che sia io ad amarlo.

Si, ci amiamo
di quanto amore noi siamo capaci
e dove siamo incapaci non ce ne stiamo in attesa
ma coi palmi in conchiglia ascoltiamo i precetti del mare
e alle labbra portiamo la saggezza del sale.

L’improvvisazione

In gola fluisce il sapore del cuore
distinguo sangue, sale e sogni in sinfonia perfetta
che sembra uscita dopo chissà quante prove, mentre sei tu
con la giusta dose di improvvisazione tra le dita

e io rimargino.

Perdizione o redenzione

Il corpo inciampa nella vita
pensa il mio sguardo
che giace appagato
in un pomeriggio d’amore.
Tatuaggi ferite cicatrici nei
li bacio e diventano legami
in cui stare come polvere
da cui strapparmi come arcobaleno.