Distrazione

Sul balcone
affacciata all’orlo della mia vita
bevo un caffè.
Poi arrivi tu,
aggrappato ad un ricciolo di vento
disegni la linea che congiunge
il pensiero alle labbra.
Sono sazia.

L’ultima boccata d’amore

Seduto sul letto te ne stai
a guardarmi i fianchi andare via
mentre sento la schiena
confondersi con la sola strada
che mi è rimasta da percorrere.
Sul comò ancora quello specchio
in cui frugo tra ricordi
impigliati nelle stagioni del viso.
Gocce di risa e complicità
fioriscono rosse
sul dito scheggiato
che mi porto alla bocca,
gustando l’ultima boccata d’amore.

Ricomincio da qui (noi del Liceo Foscolo)

Sui nostri volti
le geometrie suggerite dalle foglie in autunno,
qualche scia di cometa
tra i capelli.
Ma risa e gesti
ancora immuni alla malattia di un tempo ormai andato,
frizzanti e caotici
come fiori spontanei sul prato dell’adolescenza.
Ricomincio da qui
limo i contorni di questa immagine
affinché combacino
col desiderio del ‘non mai stato’.
La tengo stretta in mente
mentre varco la zona di limbo
tra ero e sono.

Mercenario di emozioni

Non elargisco emozioni su commissione,
non c’è un dito che mi indichi
il cuore verso cui sparare.
Non elargisco emozioni su commissione,
non sento il suono della moneta nel bussolotto
ma solo l’incedere della musica.
Non elargisco emozioni sotto l’impulso
di fili da marionetta
ci pensa quel pugno che ho nel petto ad abbaiarmi dentro.
Riconosco solo la Passione
come mia padrona.

Dopo la porta

Do in pasto al passato
questa porta,
serratura di uno scrigno
divenuto estraneo.
Mi butto alle spalle
il soffitto pregno di pensieri
e coperte fatte
con manciate di neve.
Tolte le scarpe
sussurro ai piedi
la libertà di una primavera,
la gioia che prova un filo d’erba
se nel sorridere
si veste di rugiada.

La luna e il pozzo

Notte di settembre
la luna piena colora d’oro
l’occhio del pozzo
suggerisce la strada
ai sospiri degli innamorati.
Notte di settembre
il pozzo è un compasso
sul foglio del cielo
è geometria del desiderio.
Appoggiata tra cielo e abisso
mi beo di questo appartenersi
seppur fugace
come il chiarore di lucciole.

Il tuo viso tra alba e tramonto

Pensieri densi
ti si affacciano dalle palpebre
sono subito rugiada che si impiglia
tra le ciglia.
Il respiro ti asciuga promesse
stese agli angoli del sorriso,
il sole ti sbadiglia nuvole di porpora
sulle guance.
Lucciole tremano come stelle
infreddolite senza la coperta
dei tuoi lobi.
Il tuo viso
è una culla
annodata tra alba e tramonto.

Un bacio dei tuoi

Appoggia
un bacio dei tuoi
sul petalo della calla,
ne berrò
fino a rompere le
catene della Ragione.
Appoggia
un bacio dei tuoi
sulle nuvole cangianti di piombo,
le stuzzicherò coi sospiri
perché piovano
fango e peccato sui miei piedi.
Appoggia
un bacio dei tuoi
sulla mia spalla,
ché possa suggere miele
quando mi leccherò
le ferite.

Incertezza

Nell’alveo in cui
scorre la vita sopra di noi
camminiamo l’uno verso l’altra
calzando sandali intrecciati d’innocenza.
Uno sguardo e
diventiamo treni
dall’armatura ardente,
le ruote sporcano i binari di nuovi fotogrammi.
Finisce nella clessidra l’ultima
moneta da giocare.
Vedrò il volto del Tempo soffiare
sulla sabbia,
incrinarne le fragili pareti
intonando la nenia della separazione?
O sarà il viso della Calma a riempirla
di grani di baci e carezze,
del nettare di una seconda possibilità?