Canto Quarto – Nella vasca

Ultrasuoni d’amore
ancora una volta
gocciolano nelle orecchie.
E canto l’amore
come sirena,
brividi di squame
si sparpagliano
fino al confluire delle gambe.
Solo per una notte
riempio la vasca
di baci a fior di pelle,
di sospiri d’amore
che soffiano schiuma.
Un palmo di cielo
dipinge il soffitto, immaginato amore
da mangiare
in una coppa di frutti rossi,
sei cuore di marzapane
sbriciolato sulla voglia di fragola.
L’istante del piacere
reso inquieto da un riverbero asprigno.
Apoteosi
come lava che urla lapilli
è ripercorrere con i sensi
il piacere dentro noi.
Origami d’amore
volano a pelo d’acqua
per ritrovarsi come
amanti nella luna
improvvisata di bruma.
Mi ricordo di noi come
la cruna e l’ago, unici
nel tessere accesi paradisi
con un semplice bacio.
I respiri della notte
mettono a tacere il silenzio
dell’acqua in cui mi inarco,
bizzosa crisalide.
Labbra di velluto
sole emergono
un alito di zefiro
è inconsistenza d’ali che le sfiora.
Mentre piove il rubinetto
dimmi cos’è questo diluire
di tempo nelle ossa.