Sul ciglio della luna piena

Passeggio sul cielo
-delirio d’onnipotenza dei piedi-
mi lascio alle spalle
sbadigli di lucciole – le stelle-
ad indicare il ritorno – illusa-.
Arranco
su un deserto di cobalto
senza dune – ingannevoli-
la gola riarsa
dal tuo ricordo.
Una pozza
di latte e oro
d’improvviso mi ammalia con il suo rifugio,
ne increspo lo specchio
col dito
indovino il tuo profilo.
Poggio le labbra
a disegnare le tue
e sei scintilla di vita, inaspettato
in me.
Sarà il più ignoto dei salti
ma non può essere così malvagio
se il vuoto saprà
dei tuoi occhi.
Un
respiro …

Incontro di mani

Fosse stato un semplice incontro di mani
nell’attimo distratto
non starei qui a
guardarmi le dita metter radici
nel terreno fertile che
è la tua pelle
e non mi sporgerei
dai tuoi occhi, bordi
che ti cingono il cuore.
Le estremità mutano
in intreccio di seta
e noi due in perle contigue
che danzano sul respiro di Madre Natura.
È dolce separazione
quel nodo tra noi,
ombelico che risuona delle
nostre emozioni.

Le tue labbra sul mio destino

Carezzandoti la guancia

mi congedo dal tuo volto

assaporandone ogni poro

come fosse reliquia.

Sono ali per le parole

le tue labbra

planano sul mio

destino

baciano ogni solco di vita

in palmo di mano.

E’ oasi per te

un docile mare

di dolce tranquillità.

Per me è medicina

se plachi la mia

crocefissione.

Il ciclo di vita delle lacrime

Gocciola
pioggia nelle vene
graffiate di nero
dal Signore dei Ricordi.
Gocciola
pioggia nelle vene
abbellite di rosso
dal Sarto della Passione.
Dolore e felicità
coinquilini della stessa moneta
così vale per le lacrime,
sempre al cuore arrivano.
Come fosse un mantice
le soffia in sospiri che
turbinano sulla
mia fronte.
Basta un temporale dell’anima
perché non vi sia riposo.

In rilievo, sul cuore

Mi stai
a cinque minuti dal cuore,
di nuovo.
Ogni mio dito
un minuto
e subito un altro a legarsi.
Basta questa mano dipinta
di cerchi concentrici senza pupille
per leggerti
le poesie scolpite nell’Io,
versi scritti dagli Dei
nelle tue stanze di fine marmo,
negli antri
strofe graffiate da unghie di fiere.
Basta questa mano
a fare da ponte
quando vorrai salvarti
in me.

So into you, so into me

Le tue braccia
strappano il confine tra
i nostri corpi
mi avvolgono con il calore
di un mantello che
ha percorso secoli.
SO INTO YOU.
La mia culla
il mio bozzolo
sei,
la casa del mio mutare.
SO INTO ME.
Germoglio nel solco
delle tue lacrime,
mi incoroni regina col
diadema degli occhi,
scendo lungo i pori da cui ti soffia la vita
per arrivare
ai ruscelli in cui il presente è ormai futuro.
Carezzarli.
SO INTO YOU.
L’amore in fondo è un attimo
uno sbaglio di granello
che inceppa
il prevedibile ingranaggio della vita.
COSI’ DENTRO DI LEI.

Le tasche nel cuore

Bruciano le dita
al tocco di emozioni
cristallizzate nel
gelo della tua indifferenza.
Le mani scappano
come prede
per trovare riparo
nelle tasche.
Del cuore.
Dentro ci trovo
una parete appesa
ad un orologio
fermo al ricordo di te innamorato.
Vicino, un tavolo
che sgualcivamo coi gomiti
della ragione e del torto
che inondavamo di biglie cangianti,
lacrime di orgasmi.
Stretta alla mia gamba
una bottiglia
senza più messaggi per l’uragano
nei tuoi occhi.
Con le unghie
mi faccio strada tra la stoffa,
le tasche ora sono guanti che
leccano le ferite inferte
dalle tue carezze.

Anatomia di una passione

Cerco quella linea sottile
tra la vita e la danza.
Impalpabile
eppur presente come
una corda d’arpa
che suonata
veste il mio corpo
di eccezionalità.
Divento atmosfera,
pelle da rovesciare
quasi fossi un guanto
dal verso sbagliato
che tiene in pugno
infiniti mondi.
Il movimento
si incunea in ogni poro
soggioga muscoli ed ossa
si dilata
fino a diventare
luogo e tempo.
Nel toccare l’atomo
più lontano dell’orizzonte
sono come
membrana permeabile
fra l’ambiente e l’immaginazione,
il mio paesaggio interno e le esperienze.
Infine, arresa
fagocito il mio Io,
mi svuoto
in attesa delle tue intenzioni.

L’infinita danza

inverso al fluire dei miei anni.
Con guance di bimba
mi tuffo tra le tue dita,
ai capelli lego
un tuo gesto e ancora un altro.
Ti bacio i solchi
della vita,
la mia risata frizzante di tramontana
gonfia le lenzuola
della maturità
e le soffia via.
Bambino anche tu
iniziamo una danza infinita
cancelliamo i passi dell’altro
con impronte fatte di
mille possibilità.
Bendarti lo sguardo
con fili di pentagramma
è come un laccio emostatico
che imprigiona il dolore.