Sali in macchina.
Hai valicato il confine
fra l’Essere
e l’Essere Stato.
Ti guardo andare via
lungo una strada
lastricata di anni.
Tra le mie dita
c’è ancora l’umore
delle tue rughe,
delle tue esperienze.
Il sole rifrange sempre
nei tuoi occhi
e nell’intorno
sai di resina d’albero.
Ti scorre
fra i cerchi concentrici
della tua vita,
lenisce il bruciore
dei rimorsi,
dell’Incompiuto.
Custodisco
questa istantanea
per corrompere il Tempo.
Che colmi
l’assenza di te.