Si sentono le rane piangere

La storia dove dovresti essere
è a correr via le bacche rosse dal becco degli uccelli
è un fazzoletto che ritaglia erba e sole dai capelli
gonfio di gridolini al sapore di bucato.
Ascolto la storia dove sei
mi si spegne tra le mani il profumo della frutta
di uno spicchio d’arancio dovevi invidiare
il somigliare alla luna e non sentirne le acide gocce
a farti aspre le vene.
Mamma è lì
le fiabe sulle ginocchia
le pagine stanno conserte
eppure si sentono le rane piangere.

Il tralcio

Negarsi il sempre
come anche il forse
stare arredato dalla solitudine
che se ne frega e sulla moquette fuma cenere
tossica.
Mi faccio mortale
ancora un po’
spreco tutto però prima lo sciupo.
Non saprei in che luogo incontrarti
se ti deluderei
come dimenticarti;
tante cose, ma tu sei il sogno
che anche se svanissi avrei il sorriso
di una giornata senza nuvole.

Idomeni

Stoffa di piccoli soldati
vestiti che non arriveranno a crescere
il vento sfoglia e appende sulle spine.
Non ci sono rose da concimare
per questo gli escrementi seccano in carcasse
la natura corre le stagioni
e di un pallone da calcio rimane la plastica
sgonfia
schivata pure dai sogni
che a gambe stanche nulla più desiderano.