Videor et Esse (Sembrare ed Essere)

Non hai saputo essere
come ti figurava il mio bacio
sporto sugli occhi a consolare muschio
e quelle piante inespresse per ignoranza di luce.

Essere, non hai saputo farlo
eppure mi voltavo senza mai tramontare il sorriso
tagliando la punta delle dita
chè magari si allungavano
come code di lucertola, ad abbagliare distanze.

Non hai saputo essere il tuo scrivere di Amore
neppure riuscisti a pronunciarlo
scusando le parole che sono nate d’aria
e volano ancor prima di imparare a camminare.

Ora in me duri giorni
contati come un solo istante.

Dieci righe d’amore

Nel solo l’amore è spazio
in due trasmuta a luogo.
La nativa pelle deraglia nella pelle di chi si ama
nuove orografie a voragine
per sensi
sensazioni.
Goccia
e si rapprende il tempo
in panorama rarefatto.

L’amore è il luogo di Noi, equidistanti (ma non troppo distanti) dal cuore.

Non mentire

Ti passa tra le dita l’intenzione
di sfiorarmi come sinfonia
ma arrocchi impronte sulla fortezza dei tasti neri
sguardo fisso allo spartito
col rischio di cicatrizzare le palpebre in orizzonte.

Annaspi nel fiato d’una frana
sono distesa e tua
bianca di veste ma non di voglia.

Ascolta il preludio delle mie nervature.

Compimi.

DieciMaggio

Mamma.
Onomatopeia di “orecchio assoluto”.
Di ciò che non dici perché lei già lo sa
lo ha vissuto
metabolizzato
restituito imboccandoti.
Colostro di esperienze
masticate di gengive
fioriranno al balcone del parlare.
Un bacio sulla guancia
sarà a labbra aperte,
come una finestra schiusa e mai sazia
di incuriosirsi di vita.