Da sola

Sono bella, nello specchio
d’un sole che si desta
e fa cornice intorno a sè
con migrazioni appena accennate
e fa rugiada su quanta linfa scorre.
Sono bella, nello specchio
delle tue carezze
dissipo ombre e nuvole in lui, con mano sicura.

La scoperta, nello sfiorarmi.

La manna

Addolcisci le asperità delle spighe
nulla possono sulla corsa
se instancabile soffi semplicità
nella stoffa del mio sentire di nuvola.
Che tu sia vento o cielo
acceleratore o freno
sbriciola sui sensi
bacche di manna
candido lenzuolo con cui si sazieranno le mie dita
mentre m’adagi sul talamo dell’orizzonte.

Non voglio guarire

Disposta a sciogliermi
come polpa di bacca
quando imbandisci leccornie rare
e fuori stagione
sul tuo becco.
Millespilli, sulla buccia
che si morde le labbra
per colorare il fastidio.
Mi lascio invadere
crinando di piacere
l’unica ampolla di antidoto.

Libera, così

Guardavo il mondo
ad altezza del suo orizzonte
gravida di polvere
di frammenti di crisalide
parassita del vetro
su cui vociavano stagioni.
Il sole, capace d’addomesticare gli occhi
i fili di pioggia, perle
partorite dal lamento di ostrica
poi…il vento
per cui pregavo mi spuntassero le mani
a cullargli la ninna nanna.
La ringhiera ossidata
dai rigagnoli di piante senza più midollo
era la mia ora d’aria,
fantasticavo sulle insenature
di quei muri a secco
domandandomi se mai fossero stati
pelle.
Sento l’alleggerirsi d’ossa
un brivido, al grave rintocco di clessidra.
L’ultimo sforzo di tumulare la rinuncia
ha il sudore del destino
e con le ali disegnate di fantasia
valico il mondo conosciuto
per schiudermi in te.