Sorge la guancia
dall’alba del pavimento,
sulla tua mano
mi sbocciano gli occhi.
Petali che sfiorano roccia.
Ascolto la pelle
crepitare nel bozzolo,
spogliarsi dei limiti, respirare come anima.

Il sole ti sbadiglia
nuvole di porpora sulle guance.
Lucciole tremano come stelle
infreddolite senza la coperta
dei tuoi lobi.
Il tuo viso
è una culla
annodata tra alba e tramonto.

Tremo
forse per la prima volta rispettando la sequenza dei muscoli.
Brividi
forse per la prima volta assecondano la risacca dei pori.