L’altalena

Affiora ciò che era il mio mondo

ante te.

Poi, inscindibile

irrompi tu.

Ti espandi nella memoria

veloce come veleno di aspide,

come vino rosso

vorace del bianco di tovaglia.

Inutile salvare almeno un attimo

rifugiato nel più remoto dei neuroni.

Ci sei stato sempre

con le guance truccate di timidezza

magari con un mantello fatto di polvere

che ti rendesse invisibile.

Gli oggetti della mia infanzia

sanno di te

mi comportavo con loro

con la stessa sequenza di azione e reazione

apparsa nell’incidente

tra le nostre vite.

Ed ora questo tuo esserci

pur non essendoci

o se preferisci

questo tuo non esserci

pur essendoci

mi dondola.

Viaggio sospesa

tra il bruciore delle mani

che sono bianchi nodi sulle catene

di questa altalena

ed il bianco delle nuvole

dove sublimare

il contorno dei piedi.