Le cose belle

Ho scavato un pertugio
nel mio sentire, che credevo esausto
di affastellare destini
colpevoli per essere pagliacci di probabilità.
Da quello spigolo
hai solleticato un bosco
senza rovi nè fiere
solo bacche a dipingermi il pudore
e lo sbadiglio dei raggi a ricordarmi dei giorni.
Corro
in battiti vermigli che stanno quieti
non c’è altra parola tra le tue dita
se non pace.
Lascio un campo di grano pensato infinito
sapendo che tutti i mondi hanno uno specchio magico
una mela marcia.
C’è tempo
stavolta delizio i piedi nel muschio
e colgo dal vicino ramo
un barattolo di marmellata.

Il gusto è quello delle cose belle.