Computo

Non c’è alba che mi svegli
senza farmi leccare la luce
che ho mendicato ai lampioni, alle stelle
al calore di un sogno ininterrotto;
non volta in cui io creda
che il viaggio lo facciano i fiori sui marciapiedi
l’asfalto lucido, e provi a rilassarmi
perchè so che inciamperò sull’olio
e la mia strada andrà in rovina.
E’ meglio credere che il rovescio della medaglia
venga subito coniato, così si fa l’abitudine al male
anche se alla bellezza -che mi crepa-
non so resistere e da lei mi faccio infliggere
quanto c’è di inspiegabile.