Eden

Note
di piano-forte
scandiscono i tuoi passi
fino alla porta
del mio collo.
Bussa il respiro.
Con dita sfrontate
mi scardini
dalle scapole
una giacca filata col
fuso dell’Inconsistenza.
Silenzio di ali.
Le pupille
rosse come labbra appagate
sfiorano
un angolo di Eden che
dimora sulla mia spalla.
L’intreccio di mani
è un cesto di vimini
con cui rapire
la nostra mela.
Mi illudi
con l’alcova
delle tue braccia.
Sciocco,
sono io a guidarti
nel baratro di noi.