Dire. Fare. Baciare. Lettera. Testamento.

Torno sabbia
retrocedo dalla battigia,
campo su cui ho respirato il pericolo
i polmoni che non hanno mai perso conoscenza.
Impilata in guglie
vestita di chicchi d’uva
ero castello oltre i confini del mare
benvoluta dalle onde che mi spingevano
gli atomi, uno verso l’altro
a darmi vertebre.
Un figurante mascherato di spuma
strappò la luna migliore
dal panorama cui piaceva osservarci
… INSIEME …

Una falce
della stessa sostanza di un occhio che punta
mi scolpì il petto
in parole di requiem.

Sciolta nel mare
naufrago nella mia casa,
regredisco assetata e priva di orpelli
fino alle dita per cui varrà la pena
farsi grave ed ammaccarsi alla fine di un viaggio
se la perenne immagine che vorrò portarmi dentro
sarà di un uomo gentile, che a denti schietti mi sorride.