Dal paracadute

L’aria si riempie di ciò che guardo:
l’erba, come trasgredisce in mare
le colline che arrotondano il cielo
e fazzoletti marroni dove l’uomo
non ha ancora posato la sua cura.
Nei secondi in cui scendo
cerco nel paesaggio
quell’insenatura che mi stia di strada
a ripensare il tuo volto, come fossi appena nata,
gli occhi densi della mia terra natale
e quelle coccinelle dorate
che ti volavano il naso sulla riva di un’onda.
Il mondo scoppia fin quassù
e l’ultimo bacio somiglia a una lacrima
-il ritmo di una foglia-
dove atterro e sogno
per tenerti con me, figlia.