L’avvento della cometa

Esiste quel tempo che guarda in terra,
alla maniera di una spirale sofferma le iridi
su zotiche rocce rugose di catastrofe.
E mentre muri di carta da parati
cingono un presepe da fare e disfare
altre mura arroccano paesi sulla dimenticanza.
Tragitti senza più vicoli di caldarroste
senza pane, caldo per le mani che lo hanno impastato;
sedie impagliate e panchine sfumano nella bruma del terremoto
sono come un corpo sfitto di sangue
che pure, sta.
Senza il giornale della domenica
coi titoli di cronaca che fanno da sacchetti
a bottoni, viti e bulloni
senza le risate a calciare un pallone
e un filo di seta bigio che scivola dalla crocchia e incruna l’ago
come farà quel tempo che guarda in terra?
Ci vorrà l’avvento della cometa
gli occhi soffici di muschio di un bimbo
che drizza le ali sulla capanna e cantica
“Gli angeli ricostruiranno il mio paese ancora più bello”.