Memorie di innocenza

Quando il cielo cade o viene preso a schiaffi
quando il livido mi succhia lo sguardo e fibrillo una via di fuga
qui, senza soluzione, penso all’innocenza.
Quella dei giorni di vita che sapevo i numeri per contarli
e avevo dita e fiato di pesche zucchero e vino
tabelline a cadenza di passi, quanti per arrivare a scuola
nonna col “tre per otto”, il cancello la campanella…
… anche oggi me lo aveva chiesto e avevo sorriso “ventiquattro”.
Piccole meringhe rosse erano fragole proibite
sfogliavo la crosta del pane per annusarne il cuore
la cioccolata saturava le impronte
e sulle labbra già sapevo del sapore che non torna.
Biglie, buche
ginocchia a perdifiato
erba terra
cadevo e succhiavo i mille colori del derma
innestavo saliva
ripartivo.
Biro smontate e rimontate
la molla era il nuovo gioco.
Ora che ho traversato campi di grano e papaveri
credo alle ferite avute
all’innocenza che fa con me quel tipo di amore
per cui mi guardo dentro e nel piacere volo
come fenice di luce.