I jeans

Vorrei correggerne la taglia
quella pecca di colore tra gli inguini pulsanti
quando maggio anelava fili d’erba
e ti ero di auspicio.
Fosti, ma solo in accenno
leccavo qualunque dove potesse darti un senso
fino a scoppiare
fino a smagliarmi in così tanti alvei
che il sangue tra-spirò.
Ora che ne osservo la pelle
balzi in mente come il profumo di cui sa una gruccia
un po’ di ferro un po’ di legno
pronto a combattere per la Storia, eccetto una.
Ti lascio in un angolo
nel cielo dei jeans
pronta a nuova stoffa, a com-baciarci.