Come i sogni che scivolano dal naso

Delusione
nutrita a latte e amianto,
guerriera
in cui c’è ancora del buono
nella ciotola posta al centro
di distanze da saziare.
Armature, cocenti e inanellate nel plotone di esecuzione
che scaglio, a ginocchia giunte.
Chiamala Madre
chiamala Matrigna
ora è la dignità che guida ciò che è affilato
sia una lama o sia un sorriso.
Armi
di distruzione
per la massa
-fossi anche solo tu-
che mi viene addosso
a passo differente da un fiore.