Gloria e Marco

Gloria e Marco
da lì in alto i sogni hanno un panorama diverso
così, per sentirvi in pancia al cielo
vi gettate

quanto è irragionevole fuori
sembra un tramonto a notte fonda
il caldo dell’estate arriva come luce sul fuoco
che vi ha partoriti all’altra vita troppo presto.

Gloria e Marco
abbracciati a bastargli un cuore in due
riempirlo senza smuovere di dosso la paura

prima di chiudere e partire
una voce accoccolata
si schiude sul seno.

“Grazie, mamma.”

Armonica

Aspetti tra le mani
che si compia il viso della musica,
come al primo bacio
lanci un sasso alla corsa del respiro
e in un attimo, col tramonto sulle guance
ritrai i piedi dall’onda che ti farebbe risolvere.
A occhi schiusi
carezzi vene sul metallo
e lui su di te sorrisi che non so contare
perchè privata di ogni ragione
accorro selvaggia
lungo la navata delle tue labbra.

L’uomo e l’erba magica

Lo stolto ha fretta e strappa
lei potrebbe ma non ricresce;
il vigliacco neppure la tocca
lei crepa la terra e lo spinge;
l’apprendista non sa in che guaio s’è messo
e piange. La magia è questa goccia d’uomo
l’erba spunta e carezza.

È stato bello

Incontrarsi sulla cornice di una foto
in spigolo a un attimo riflesso
quale era la nostra vita, gestita
dalla luce che ci sbatteva addosso.

Continuo a pensare
a quanto sia stato bello tu a non baciarmi
-un bacio dalle mani troppo grandi per quella occasione-
e alla timidezza che dalle guance
si tuffò nell’alba, per cui arrivammo a sentire freddo e spaesamento
-come quel vecchio sulla via del silenzio-
in quel punto in cui non potemmo fare a meno di noi.

Il mio destino di foce

Spirali di conchiglie affiorano come sorrisi tra la sabbia
conchiglie tra le mie dita, come fiori di mare.
Sei un fiume che non conosce regole
da quando rinasci di prima pioggia sul crinale
a quando batti i pugni a letto, e sbordi.
Non c’è fatica nel mio destino
inondi dalla radice degli occhi
e guardo in me il carisma del sole che si sparpaglia a tramonto.
Dissolvi il centro in quiete
l’assenza senza insistenza.

Tra le mie dita conchiglie, sono fiori di mare.

Il nostro tango

Alterna sulla mia seta
la danza di mille papaveri
sulle mie labbra alterna
semi neri a baci
danza le note dell’acqua
la pioggia che mi snoda la schiena
il vento sapido.

Ovunque, il nostro tango.

Cerchi di luna

Profumo di gelsomino
mi arriccia i capelli
e un petalo pieno
si appende al cielo
sempre troppo distante dal mio balcone
che ti vorrebbe qui, sui miei stessi piedi
dove sospiro e ti penso

da quanti cerchi di luna l’ho ormai dimenticato.

Intrecci d’amore

Il mare albeggia tra i nostri respiri
e le labbra non sanno sottrarsi alla marea.
Carpiamo dal sale l’imperfezione della sua dolcezza
sulla rima degli occhi ti si addormentano versi di indaco e porpora.
Non ricordo cosa accadde
su quella giostra di coriandoli
e tanto altro anche a te sfugge.
È il gusto della poesia
vestirla di presente piuttosto che di ricordi.

La musica del sesso

L’inizio musicale della pioggia
alza il buio dalle cose
il giorno nasce appena ma si svela a pochi.

Scrivo il tuo nome sulle labbra
con l’inchiostro denso di quello per cui la vita è bella
mentre inizia la musica del sesso,
inizia su un tavolo nudo la tua schiena
che regala la scusa
di leccare l’ingordigia dalle dita.

Il gusto della poesia

Il mare albeggia tra i nostri respiri
e le labbra non sanno sottrarsi alla marea.
Carpiamo dal sale l’imperfezione della sua dolcezza
sulla rima degli occhi ti si addormentano versi di indaco e porpora.
Non ricordo cosa accadde
su quella giostra di coriandoli
e tanto altro anche a te sfugge.
È il gusto della poesia
vestirla di presente piuttosto che di ricordi.