Inquietudine

Ne ascolto lo sciabordio tra le cellule,
poi quando, fiorente spuma,
si accovaccia nell’insenatura del ventre.
Come bruchi, le dita
si inseguono sul lenzuolo
e già sono farfalle bizzose
nel ricamare la luce che sopravvive al tempo.
Gioco con la polvere,
grano dopo grano il vento mi nomina custode
di quest’essenza atomica
che plasmo coi tuoi lineamenti.
Dipinta di te
mi accartoccio nella vasca da bagno
declino l’invito di aprire il rubinetto.