Senza peccato

Ti osservo
hai un taglio sul volto,
non puoi chiamare bocca
quella geometria di disaffezione
da cui fiotta il cuore.

Tranquillo
non ce l’ho con lui,
non ti si vedrebbe neppure se ti rovesciassi la pelle.

E smettila
di sputare nebbia e strabuzzare gli organi.
Non vedi che mi sto succhiando i piedi
a forza di toglierci le spine?

Mi hai fatta correre sui rovi,
un fachiro su un giardino bugiardo.

Non vedi?
Ah, già… non puoi più
con la retina
cucita
nelle palpebre.