Dio che guarda dall’alto

Ricalco sui miei capelli
le movenze gentili che vedo fare al vento
tra la chioma degli alberi, carezze
e foglie che si arricciano
salano l’aria di spezie e pensieri.
Le voci vengono da lì
quel punto oltre il quale non so più immaginare
e per il consueto gioco del telefono
sono voci che parlano l’amore.
Dio guarda dall’alto
quanti spigoli ha il mio cuore
a forza di stiparci cassapanche e baci
si crede una casa. Invero è una soffitta
dal tetto maldestro
quando piango piove
e i cambi di stagione di rotta di identità
prendono di muffa.
Dio mi guarda dall’alto, ne sento la pietà
mentre appanno la finestra con le tempie.

Cercando un dettaglio per poterti amare.