Alla radice della lingua

Manchi
alla radice della lingua
dove le parole si originano
e origliano la voglia
che dai fianchi dondola
in attimi sottopelle.
Manchi, alla radice dell’albero
sul quale mi faccio terrena cicatrice di intemperie
finchè il sole mi allunga in un ramo dopo l’altro
ma, ancora, manchi
alle estremità che non hanno tocco.
E’ una preghiera all’autunno
(inghiotta le ore del letargo!)
quella che intaglia la corteccia
in una storia di ali.
Ti arrivo, infine.
Alla fine… arrivi.