Il ricamo

Nella buca di fango scansavi il firmamento
dal mio viso disperso tra stelle in guerra, lui ogni notte,
ne aggiungevi un tratto al tuo stupore.
Scendesti in me
come l’esofago di un flusso di coscienza
la spinta sul fondo era un turbine di chimica
e l’acqua ti accese la pelle di sentirmi nel tuo tempo.
Lingue e spezie di oriente
ricami fitti dove la pancia è orizzonte, l’ombelico la prima alba.
Mi vedi nelle gesta di questa e passate ere
nelle parole che sibilano sulle ore
nelle cose in ogni forma di accompagno alla vita.
Ci racconteremo questo, seduti ad aggrottare occhi alle emozioni.