Da quanta terra

Il sole scontorna il tramonto
sulle dita si inchina la luce
effusione al palato dei nostri baci.
Da quanta terra ti ho aspettato
coltivata a ricchezza povertà e maggese
fino ad assaggiarmi le ferite
con in bocca la propensione alla scoperta.
E nel vincolo delle labbra alla pelle
trovare noi a scavare già insieme
insieme annettere le mani all’infinito che si rinnova.

(la distanza più breve è lo sguardo della terra al cielo)