Il sole incastonato

Il cielo è immobile
come il sangue della preda che assaggia e resta impavida, nel suo istante.
Dimentico il movimento per cui sono qui
è un cinico automatismo che mi declina fragile, una grotta
dentro cui tu urli ciò che sai ma non capisci
e tutta la primavera che ti ascolta
si insinua e mi crepa di germogli.
Ho l’acqua alle orecchie
quella sensazione che ovatta e lambisce i battiti del cuore
e loro, di risposta, sobbalzano il mare di onde.
Il sole mi arriva fin dietro gli occhi
alla radice dello sguardo, e lì si incastona. Ecco il mio faro
e con una barca fatta di ovatta, un po’ di acqua nelle orecchie
giuraci, che arrivo a te.