Il soldato O.

Bevo
il colore del caffè
in questo “non”
freddo e buio.
Il rimpianto se ne sta poggiato al tavolo
mi guarda, con l’attitudine di chi non teme il tempo
impensabile come un’ombra di luce assoluta
che dici non poter esistere, eppure lo fa. Mi guarda
senza avere nulla da dire da fare, ma solo da ascoltare.
Gli dico allora che percorsi fino allo stremo ogni cosa concessa
svitai i miei occhi e innestai altri che mirassero alla perfezione
fui sempre vigile agli agguati del corto circuito
educai il collo a stelo di acciaio.
Fui ciò fino a rischiarare la mente
disciogliere i sensi nel ghiaccio e riuscire a farne un fiore
quello che Lei ora tiene tra le dita, con l’attitudine di chi non teme il tempo
di chi non ha nulla da dire da fare, ma solo da ascoltare.