X VIII

Penso a questa notte matrona
che a gambe larghe e doloranti
sbuffa passi avanti e indietro per il cielo
tonda e densa come la luna, nutrice delle stelle
che sgravate anagrammano il buio.
Scie di placenta brodose e primordiali
urla così tanto ciò che è appena nato
che i desideri stanno a guardare
rinunciando a ogni diritto.