Straniera

E’ uno il tragitto
due i piedi.
Muta il corpo della terra e la pendenza
le mura del percorso,
chi incrocio veste panni diversi
piovuti da fili stesi alle sponde del cielo.
Sorrido, e sempre -dannazione!-
non è vero che ho labbra a forma di cuore
invece ho un cuore innestato in faccia.
Si raggruma pei pensieri bui
tumefatto agli schiaffi manifesti
e pure a quelli per sentito dire.
La scala dei compromessi
è divelta nel fuoco acceso a casa mia
me la passano ogni giorno
ogni giorno piago le ossa
non cedo e scaldo
la straniera e la stracciona che sono.
Gli abiti che sono maschere
non mi sporcano di stoffa.