La chiamano

La chiamano i fiori per diventare polpa
e imbellettare dita di succo opalescente,
la chiamano gli uomini sotto i filari
perché ogni grappolo sia luce di mezzogiorno e trovi tramonto in botte.
La chiamano i bimbi
eccitati nell’impastare castelli con sabbia e libertà,
la chiamano gli ombrelloni a sgranchire le ossa dall’inverno
insieme alla brezza che pettina la paglia in cappello,
dolce frescura per la famiglia al mare.
La chiamano dalla pelle
una miriade di piccole bocche, stanche dei vestiti.

La chiama Dio, sulla pancia delle spighe.