Il lucernaio

Sfoglio il soffitto
col mento retroverso
interpreto in sensazioni
i dettami graffiati sulla luna.

I crateri si rivelano bocche
le bocche, suoni
a specchio del fiato
tra labbra e diastema.

Ho gli occhi neri
metto paura al cielo
chino sul mio sembrargli pozzo.

L’eco è ciottolo
rimbalza al mio sentire
e grida condensa sul vetro.

Un velo di pelle, tra dorso e palmo
bussa di impronta
per potermi guardare.