Dio di te stesso

Architetture
rifrangevano idolatria,
l’afrore della superbia si snodava
fino sotto l’olfatto di statue ossequianti.
Facevi sanguinare gli ex-voto
e bellamente ne portavi memoria intorno al collo
-un fazzoletto di tisi-

Ora, via dagli sguardi imploranti
dalle ghirlande intrecciate a preghiera
nella clessidra rimane la luce
che osserva la polvere suggerire alla memoria
“Ricordati che cicatrizzerai in zolla.”

Abbi fede
solo nel tocco non più divino
per togliere la cenere
dallo specchio in cui ti abiti.