L’erbavoglio

Imbandisci coi desideri
la mia schiena,
poggia candelabri e vestili di fiamme.
Fai annaspare il vento, disarcionalo
dalle narici, legalo alla finestra
oltre la quale stanno annegando
i miei occhi.
Mentre cala il sipario d’infinito
sul congedarsi dei baci
sulla risacca di pelvi
mi sento, ancora, regina.
Strappo l’erbavoglio
tra rughe di lenzuola
filamenti di clorofilla
nutriti con impronte di piacere.
Bastano due labbra ed un sospiro
perchè l’armonica intoni
il prossimo rendez-vous.