La schiena parabola
per forma delle tue braccia
in ascolto delle tue intenzioni.
Arco, poi baleno
cromie affastellate
al dilavare nel bisogno.
Archivio mensile:Giugno 2015
Temporale senza ombrello
Stiletti
corrugano
la metamorfosi di un bacio
preso al mio fuggirti.
Palmi
occhi
ingoio in quella che sembra gola
solo un pretesto, invece
per gocciarmi in pancia
mentre la gonna è aderenza
coerenza
tra la pioggia e il piacere.
Una serata strana
Umori di cucina
fronte
sogni
appiccicano tende ai vetri.
Stessa osmosi
che rincorro dai capelli al cielo,
legno corroso
altalenante
blatera come bocca sdentata e ubriaca.
Salgono gli occhi
tossiscono spasmi di luce
ridono vuotando un sorso di paura.
Scivolerà il passo per la rugiada
eppure la gravità avrà l’attrito di petali.
Da quella siepe
Fosti
nido di voce
arpa, più che il vento
tra i fili d’erba.
Sei
nido di calabroni
morso nero sulla giugulare.
La pazienza mi attanaglia
è vaiolo lussureggiante.
Scavo il vaccino.
A Me
Con gli occhi feriti
dai raggi che saranno
da quelli che conosco, e sono stati.
A mento fiero
e passi tremeranno.
Un vicolo in sottoluce
occhi che si abituano e guidano
a quella che già sono nel futuro
e che VOGLIO raggiungere.