Il vento annaspa nel sale
a secchiate mi sferza gli arti.
S’ossida il mio abbraccio
svilisce in ingranaggio
nel liquido amniotico della tua assenza
rinasco, cumulo di membra.
Così me ne starò sul molo
finché soffierai la bonaccia
a plasmarmi i contorni, le ombre
i sensi.
Archivio mensile:Luglio 2013
Ad attenderti
Il cardine
Oltre l’improvviso
Il sabato che arriverà
Accadimi mentre inciampo
nel tramonto di quel sabato che sappiamo arriverà.
Accadimi tra i legni
della sedia cui m’aggrappo
cela ai sensi
la sirena che intona l’assenza.
Accadimi sulle spalle
come giacca di salsedine
e fammi perla per le tue stanze.
Accadimi come ringhiera di un faro
sarò vento che t’accudisce le ciglia
perché siano forziere di luce.
Accadimi
per poi scappare nella notte che non ci vivrà.
Quel che manca
Il silenzio è il richiamo di un gesto alle membra, perché sia compiuto.
Golosità
Aggrappata a quel tuo modo di guardarmi
sono membrana che abbraccia la polpa.
Sospiro le tue labbra,
il desiderio di esserti la prima ciliegia di stagione.
Il telaio
Intreccio colori
fili di sguardi
per farne arcobaleno di carezze.
Quel che resta
Cerco
nell’avvinghio consunto della gomena
scampoli di ormeggio
dei miei sensi nei tuoi.
Le intenzioni
Ti adagio sul ventre
volute di sospiri
per farne tatuaggi
delle mie intenzioni.