Come vorrei

Come vorrei
sbriciolarmi tra gli anfratti delle tue dita
essere ricordo pungente
per le ferite,
essere goccia di sale.
Lo vorrei
con la stessa intensità
con cui l’essenza
necessita della sua negazione
per vivere.
Come vorrei
che la piantassi di modellare
i contorni della parola amore
e avessi il coraggio di colorarla
lettera per lettera,
uscendo dai bordi, magari
sbavare.
Lo vorrei
con la stessa intensità
con cui una sostanza, perché sia,
s’imprigiona nelle proprie estremità.

Fuorisincrono

Soffio il respiro
nell’occhio di vetro,
freme il dito
su quel minuscolo bottone d’acciaio.
E’ l’attesa a rapire un lampo di vita
il fuorisincrono pulsa
in ogni mio atomo
irrora di attimi il divenire
perché combaci con la realtà.

Il sorriso della mente

Sbadiglia la fiamma
dell’ultimo tramonto
i piedi risucchiano nera vernice.
Neppure ombra sei più
pulviscolo di pelle
a colorare le guance.
Sorride la mente,
la tua più grande amica,
la confluenza della carne
intrisa di umori.
Ti ripercorrerà
come incessante divenire,
come spregiudicato anelito
a contare attimi infiniti
nella finitezza dell’età.

Ossigeno

Battiti
come maree
si infrangono sul sangue
incagliato in chissà quale
pertugio del cuore.
Si divincola la gomena intorno
al collo,
il respiro mi colora gli occhi
di te.

Damblè

Non si può amare all’infinito.
Ma si può essere infiniti
amando la tua anima,
toccandola con le dita
sporche dei limiti che m’imprigionano il corpo.
Ogni mattina mi carezzerai
con gli angoli delle tue labbra,
sarò la briciola su cui inciamperanno.

All’altro capo della cornetta

Spore di silenzi
fecondano le labbra di rassegnazione
stirano le pieghe
del sorriso e del cuore
cancellandone le necessità.
Due rughe aggiunte al volto
l’assenza mi si accovaccia tra i seni.
Che ci sia il cielo, un deserto o un buco nero
qualsiasi idea non ancora partorita dagli Dei
o piuttosto tu
all’altro capo della cornetta
non ha più importanza.

Perchè sia

Occorre
vento propizio a sospingere vene
perché sia incontro.
Perché sia un bacio
occorre il calore dell’abbandono
a far sbocciare le labbra.
Occorre
osservare la vita da più marciapiedi, poi sorriderti
perché sia condivisa.
Perché sia un letto
occorrono giochi di bimbi
a seminare complicità.
Occorre
svegliarsi tra le lenzuola del tuo sguardo
addormentarsi nelle ossa dell’altro
perché tu annuisca quando ti chiamo Noi.

RitrovarMi

Non ci sono
nella mano che afferri
negli occhi che mi conficchi in gola
con i tuoi.
Ho ignorato
il fremito di labbra,
i respiri cacciati via dalle spalle
sono diventati subito nuvole.
Ho voluto
lasciare impronte di assenza
bucare l’aria
con i talloni rabbiosi.
Non ci sono
Ho ignorato
Ho voluto.
Percorso obbligato
se voglio ritrovarMi.

Lohengrin

Io
distante un gemito dal tuo sguardo
che è approdo per i miei occhi funamboli
sui tuoi lineamenti.
Tu, vicino alle mie labbra
quanto un’intenzione che si fa gesto,
come arcobaleno precipitato nel cielo.
Si accavallano ere tra le nostre parole,
i pensieri assecondano migrazioni,
l’idea di noi è un’incognita
un temporale innocuo o devastante,
elettricità
comunque.

Il vinile

Il vinile

 

 

 

 

Forchetta sul piatto,
sul piatto un vinile.
Puntina d’argento
ara il catrame
nere, sterili rughe
che fecondo di nostalgia.
Punta d’argento
solletica il vermiglio
rosse, sgranate labbra
senza più briciole di te.